Controlli periodici: scarichi ed emissioni
Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione al tema dell’inquinamento atmosferico.
Tra i controlli periodici rientra anche il controllo a scarichi ed emissioni.
Al fine di limitare le emissioni di gas di scarico nell’aria da parte di autoveicoli e moto veicoli, sono state messe in atto molteplici iniziative da parte degli enti locali e dallo Stato: dall’istituzione di zone a traffico limitato dentro le città (le cosiddette “ztl”) alle targhe alterne.
Esiste però una certificazione – obbligatoria dal 2012 – che serve ad attestare la qualità delle emissioni prodotte da un veicolo e la loro conformità alle direttive europee in vigore: il bollino blu. Si tratta di un segnale di garanzia, che conferma gli avvenuti controlli allo scarico dell’auto o della moto. Ad emetterlo sono sia le officine autorizzate, sia gli uffici della Motorizzazione civile o l’Aci (Automobile Club Italia).
La normativa stabilisce che è obbligatorio per tutti i tipi di veicoli a benzina, diesel, gas e metano e metano. I controlli effettuati su queste tipologie di vetture misurano le quantità di monossido di carbonio (benzina), il grado di opacità per il gasolio e il fattore lambda per le catalizzate. La periodicità è legata a quella della revisione: quattro anni dopo la prima immatricolazione, poi occorre rinnovare la pratica ogni due anni.
Ad oggi, non esiste l’obbligo di esporre il bollino blu sul parabrezza dei veicolo, ma occorre mostrarlo agli agenti – nel caso di posto di blocco – per garantire l’efficienza dell’auto/moto. Qualora invece, durante un controllo delle forze dell’ordine non si riscontrasse l’avvenuta certificazione, verrebbero applicate le sanzioni previste dall’articolo 80 del codice della strada, con multe che andrebbero da un minimo di 159 euro, fino a un massimo di 539 euro. Una mancanza relativa a più anni potrebbe invece comportare il ritiro immediato del libretto di circolazione del veicolo.