Quando correva Nuvolari: la vita di uno dei più grandi piloti della storia
‘Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, la gente arriva in mucchio e si stende sui prati,
quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore
e finalmente quando sente il rumore salta in piedi e lo saluta con la mano, gli grida parole d’amore,
e lo guarda scomparire come guarda un soldato a cavallo, a cavallo nel cielo di Aprile!’
Lucio Dalla – Nuvolari
Con queste indimenticabili parole Lucio Dalla rese omaggio a uno dei piloti più forti ed amati di tutti i tempi. Forse nessun pilota, nella storia delle corse automobilistiche, è riuscito a colpire l’immaginazione del pubblico più di Tazio Nuvolari.
Nato il 16 novembre 1892 a Castel d’Ario in provincia di Mantova, sin da giovanissimo mostra una spiccata passione per i motori e la velocità ma il suo esordio arriverà relativamente tardi. Nuvolari alternerà la moto all’auto, riuscendo ad eccellere con entrambe.
La sua carriera di pilota ha inizio nel 1920, quando ottiene la licenza per gareggiare con le moto. L’anno seguente, a Verona, debutterà con l’automobile conseguendo la sua prima vittoria in una prova di regolarità.
Nel 1922 ottiene i suoi primi successi motociclistici in sella ad una Harley-Davidson e ad una Norton. La prima vittoria in auto in una gara di velocità risale al 1924 con una Bianchi 18, nel Circuito del Tigullio. La sua affermazione in campo automobilistico richiese però duro lavoro e perseveranza. Tra il 1927 e il 1928, Tazio fonda a Mantova la Scuderia Nuvolari, con l’acquisto di quattro Bugatti grand prix. L’11 marzo del 1928 Tazio vince il GP di Tripoli, conseguendo il suo primo grande successo internazionale.
Fu negli anni Trenta che divenne protagonista indiscusso delle corse automobilistiche italiane ed internazionali. Ingaggiato dalla Alfa Romeo, nel 1930 corre per la Mille Miglia. Conquisterà il titolo raggiungendo anche un primato: fu infatti il primo pilota della storia a terminare la corsa ad oltre 100 km/h di media.
Nel 1932 la carriera di Tazio Nuvolari è all’apice: il 17 aprile vince il GP di Monte Carlo.
Tazio è seguito ed ammirato anche da Gabriele D’Annunzio che gli regalerà una piccola tartaruga d’oro con la dedica: ‘all’uomo più veloce, l’animale più lento’.
Nello stesso anno conquisterà anche la Targa Florio, il GP d’Italia e il GP di Francia, il Circuito di Avellino, la Coppa Ciano e la Coppa Acerbo.
All’audace e talentuoso pilota mantovano Enzo Ferrari attribuisce l’invenzione della tecnica della sbandata controllata. Nuvolari faceva il suo ingresso in curva con un secco colpo di sterzo, facendo slittare di proposito le ruote posteriori verso l’esterno per poi controsterzare e accelerare a tavoletta. Così facendo, gli era possibile uscire di curva con l’automobile già rivolta verso il rettilineo e ad una velocità elevata. Questa tecnica da lui elaborata viene invece ancora oggi usata nei rally.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, non più giovanissimo, con alcuni problemi salute e con l’animo prostrato dalla morte dei due figli Giorgio e Alberto, conquistò ancora qualche vittoria.
Partecipò, pur non vincendo il titolo ma conseguendo degli ottimi risultati alle Mille Miglia del 1947 e del 1948 con una Ferrari 166 SC.
Il 10 aprile 1950 Nuvolari corre la sua ultima gara: la corsa in salita Palermo-Monte Pellegrino, che lo vede primo di classe e quinto assoluto, al volante di una Cisitalia 204 Spyder Sport elaborata da Abarth.
La straordinaria vita dell’uomo che Ferdinand Porsche aveva definito ‘il più grande pilota del passato, del presente e dell’avvenire’ si conclude appena tre anni dopo.
Tazio Nuvolari si spegne la mattina dell’11 agosto 1953, nella sua casa di Mantova, a causa di una crisi cardiaca, ancora popolarissimo ed amato dal pubblico.